Arte

Charlotte Salomon, “Vita? O teatro?” L’opera straordinaria al Jewish Historical Museum di Amsterdam

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Charlotte Salomon al Jewish Historical Museum di Amsterdam

Ad Amsterdam si trova un tesoro artistico conosciuto da pochi, ma raccontato in ben due romanzi. Si tratta del lavoro della poliedrica Charlotte Salomon ospitato al Jewish Hostorical Museum di Amsterdam.

Non si può parlare dell’opera di Charlotte Salomon (Leben? oder Theater?”, Vita? O teatro?) senza parlare della vita dell’artista perché qui vita e lavoro si fondo in un’unica grande opera teatrale, musicale e pittorica. E c’è di più: nella sua opera Charlotte non racconta solo la sua vita, ma rende indelebile la memoria di un periodo storico, quello della Seconda Guerra Mondiale, e di una popolazione, gli ebrei tedeschi, attraverso la corrente artistica dell’Espressionismo. In “Vita? O teatro?” i suoi scritti si alternano ai dipinti attraverso un Espressionismo originale che colpisce continuamente, andando a rappresentare ciò che Walter Benjamin, ammirato dall’arte di Charlotte, dichiarò: “la vera misura della vita è il ricordo”.

charlotte Salomon
Charlotte Salomon

La vita di Charlotte Salomon

Charlotte Salomon nasce a Berlino nel 1917 in una famiglia benestante. Inconsapevole di essere ebrea, cresce in un ambiente artistico e intellettuale circondata dai maggiori esponenti artistici della Berlino degli Anni ‘20. Trascorre la sua infanzia immersa in privilegi materiali, amando la musica romantica e Schubert. Grazie al suo talento, Charlotte ottiene l’ammisisone all’Accademia di Belle Arti, pur essendo ebrea e donna. Poi, nel 1926 il suicidio della madre segna permanentemente la sua vita. Tuttavia, è anche in questo periodo che Charlotte incontra il suo primo amore.

Ma il 1939 è segnato da un improvviso abbandono: Charlotte deve partire per il sud della Francia insieme ai nonni per fuggire dal nazismo. A Villefranche-sur-Mer, anche la nonna si suicida. Ma è grazie a questa tragedia che Charlotte scopre di più sulle morti incomprensibili della zia e della madre. Ed è in questo momento che l’artista ventiquattrenne deve fare i conti con il suo turbolento passato e prendere una decisione: o porre anche lei fine alla sua vita o intraprendere “qualcosa di veramente e stravagantemente pazzo“. Da questo momento, il suo lavoro artistico rappresenterà anche la sua salvezza. 

Durante i periodi difficili della sua permanenza in Francia, Charlotte trova ulteriore conforto nell’incontro con l’ebreo austriaco Alexander Nagler, anch’egli rifugiato. Nel giugno 1943 decidono di sposarsi nel municipio di Nizza, ma il matrimonio si rivela fatale: per sposarsi devono registrarsi ufficialmente come residenti a Villefranche-sur-Mer e questa informazione raggiunge i nazisti. Nel settembre 1943, quando è incinta di quattro mesi, Charlotte viene arrestata insieme al marito dalla Gestapo e viene deportata ad Auschwitz il 10 Ottobre.

charlotte Salomon

“Vita? O teatro?”: come leggere l’opera di Charlotte Salomon

Durante gli ultimi anni della vita di Charlotte Salomon, l’arte diventa la sua terapia. Trascorre mesi a dipingere e scrivere incessantemente. Tra il 1940 e il 1942, in diciotto mesi di lavoro costante, con energia creativa e sotto il sole della Francia meridionale, Charlotte dipinge la storia della sua vita. 

L’opera di Charlotte Salomon è costruita come una commedia musicale, è divisa in atti e presenta un prologo (dipinto in blu), una sezione principale (dipinta in rosso) e un epilogo (dipinto in giallo). Il prologo riguarda i primi anni di Charlotte a Berlino fino al 1937. La sezione principale riguarda il suo grande amore, l’insegnante di canto Alfred Wolfsohn, e il rapporto di lui con Charlotte e la sua matrigna, la cantante lirica Paula Salomon-Lindberg. L’epilogo descrive gli anni dell’artista nel sud della Francia, dal 1939 al 1942. Tutti i personaggi principali identificano le persone amate da Salomon, sono introdotti usando nomi di fantasia, ma per ognuno di loro l’artista approfondisce il sé interiore.

Lo stile di Charlotte è cambiato durante il suo lavoro. All’inizio della sua opera dipinge dettagliatamente scene narrative illuminate da una brillante scelta di colori. Più tardi, le immagini vengono abbozzate con approssimazione per rappresentare determinati stati d’animo. Alla fine, la sua pennellata diventa incredibilmente rapida, percependo l’esaurirsi del tempo. Nell’opera è anche visibile l’influenza del cinema e, in effetti, “Vita? O teatro?” sembra essere uno storyboard di un film attraverso il quale Charlotte Salomon è in grado di scoprire se stessa e il mondo esterno.

'...and women with narrow hips and a deep voice, like Zarah Leander. My thoughts go like this: when the present singer and man switches his roles, when the women with narrow hips bear womanish sons - the person of the future might unite both extremes with each other, and this would open up possibilities which, in the realm of art...'

L’arte del Singspiel 

La musica è stata probabilmente una delle parti più importanti della vita di Charlotte: da quando è nata è stata immersa in un’atmosfera musicale che è diventata uno sfondo costante delle sue giornate. Così, durante il suo lavoro Charlotte fa riferimento alla melodia della sua vita, dove alcuni motivi ricorrono: la Carmen di Bizet è la colonna sonora delle scene che descrivono il suo passato con la madre; le scene con la sua matrigna sono accompagnate da Bach; mentre Charlotte e Daberlohn sono uniti da Schubert. La musica è spesso usata anche per sottolineare un certo umore, mentre a volte è ironicamente proposta in opposizione all’atmosfera del dipinto. Considerando tutto ciò, infatti, si può affermare che l’opera di Charlotte Salomon appartiene al genere del “Singspiel” (sing-play) e deve quindi essere letta con un approccio olistico.

The tri-coloured play with music begins
Charlotte Salomon, vita o teatro?
And from that came: Life or theater???

Tutto su Charlotte Salomon: video, mostre e romanzi

L’arte e la vita di Charlotte Salomon hanno suscitato grande interesse e solo tra il 2014 e il 2015 sono stati pubblicati ben due romanzi che raccontano l’artista:

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