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Weekend in Val d’Orcia: soggiornare in un relais del XV secolo e scoprire le colline senesi

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Weekend in Val d’Orcia, una sorpresa continua!

Abbiamo passato il nostro primo weekend in Val d’Orcia nel 2017 e da allora questo luogo ci è rimasto nel cuore. Dopo tre anni, abbiamo quindi deciso di tornarci e probabilmente lo faremo ancora e ancora! Nel nostro primo weekend in Val d’Orcia avevamo seguito un itinerario un po’ improvvisato, visitando i luoghi più noti: Pienza, Montepulciano e i cipressi di San Quirico d’Orcia nel primo giorno; Bagno Vignoni, Bagni di San Filippo e Siena nel secondo giorno. Questa volta, abbiamo deciso di tornare nei nostri luoghi del cuore, ma di aggiungere anche qualche tappa in più alla scoperta delle colline senesi. Da tutte queste tappe ho ricavato la mia personalissima top 10 delle cose da vedere in Val d’Orcia e quello che abbiamo imparato è che la Val d’Orcia non finisce mai di sorprenderti!

San Quirico d’Orcia | © Valerio Uberti

Preludio al weekend in Val d’Orcia: tappa a Firenze per cena

Finalmente è arrivato il momento di partire per il nostro tanto atteso weekend in Val d’Orcia. Il piano è di partire alle 5 di venerdì pomeriggio e di rientrare la domenica sera. Ma la voglia di arrivare è così tanta che decidiamo di concederci un intermezzo culinario sulla strada. A quanto pare non siamo gli unici a pensarla così perché navigando in internet troviamo un interessante articolo: “Fuori casello. Dimenticare l’autogrill quando attraversate la Toscana in autostrada”. Dei ristoranti proposti ne selezioniamo 4 che fanno al caso nostro (Taverna del Cacciatore, Trattoria Bar Bibo, Trattoria da Burde e La Toraia), ma alla fine scegliamo Trattoria da Burde per la posizione strategica e il menù rigorosamente toscano.

Così, quando siamo all’altezza di Firenze Ovest, usciamo dal casello e in 10 minuti stiamo già azzannando il nostro chilo e mezzo di fiorentina. Scopriamo che il locale, inserito anche nella Guida Michelin 2020, è la classica trattoria toscana con annesso alimentari. L’esperienza ci ha convinto così tanto che la prossima volta proveremo anche gli altri indirizzi!

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Relais Il Chiostro di Pienza
Relais Il Chiostro di Pienza
I cipressi di San Quirico | © Valerio Uberti

Giorno 1: dalle terme di San Filippo a Montalcino attraversando le colline senesi

Una mattinata tra terme naturali e vicoli di Pienza

Mattina – ci svegliamo nel meraviglioso Relais Il Chiostro di Pienza dopo un bel sonno ristoratore. La stanza è semplice e comoda, ma la vera perla è la vista dalla finestra sul chiostro del XV secolo. La colazione ci viene offerta nell’incantevole terrazzo che affaccia sulle colline e la vista è davvero mozzafiato! Una volta pronti, decidiamo di recarci subito ai Bagni di San Filippo per un’esperienza nelle terme naturali. A distanza di anni, però, scopriamo che una parte delle terme non è più agibile: che peccato! La zona è comunque davvero ricca di fonti termali: Bagno Vignoni (tappa obbligata per chi non ci è stato) e San Casciano sono tra i più suggestivi. A Bagni di San Filippo c’è anche il ristornate Lo Spugnone che propone ottimi pici al tartufo, ma dopo esserci rinvigoriti con fanghi e acque sulfuree decidiamo di tornare in hotel per provare la spettacolare piscina.

Pranzo – riusciamo a goderci la piscina vista valle da soli: che meraviglia! Quindi, un bel po’ affamati, rimaniamo a Pienza per il pranzo. Individuiamo un ristorante a 100 metri dall’hotel, La Buca di Enea. Si tratta di un locale molto intimo all’interno e con dei tavolini all’esterno in una piazzetta appartata e silenziosa. Giusto per rimanere leggeri, ci gustiamo un crescione con pecorino e lardo senese e poi dei buonissimi pici cacio e pepe e quelli al ragù di cinghiale.

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Relais Il Chiostro di Pienza
Pomeriggio a Montalcino con tante tappe on the road

Pomeriggio – ci rimettiamo in moto prendendo la strada per Castiglione d’Orcia. Essendo primo pomeriggio, il paese e la sua rocca sono deserti, ma la vista ci riempie di pace. Ci spostiamo quindi all’Abbazia di Sant’Antimo. Mi ricorda moltissimo quella di Senanque e anche qui c’è uno spruzzo di lavanda a ricordare la Provenza. Poi arriviamo finalmente a Montalcino, dove il giallo dei campi lascia il posto al verde dei vigneti. Il mio obiettivo è comprare al più presto un ghiacciolo dissetante, ma scopro che è più facile trovare una coppa di gelato al Brunello che un ghiacciolo al limone! Lungo la strada di ritorno ci fermiamo a San Quirico d’Orcia per ammirare i cipressi e i trattori che hanno appena finito di arare. Come ultima tappa, infine, raggiungiamo la Cappella della Madonna di Vitaleta. Si trova completamente isolata su una collina verde e tutto intorno si sente solo un gran concerto di grilli, cicale e il burrascoso fruscio delle foglie.

Cena – per la cena siamo meno fortunati. E’ tardi, il fantastico ristorante dell’hotel è al completo, ma alla fine troviamo l’ultimo tavolo disponibile da Baccus. Il locale propone un menù moto ridotto causa covid, ma ci saziamo con un buon tagliere misto, un ottimo pecorino alla piastra con lardo e tartufo e dei gustosi fagioli al fiasco. Passeggiamo ancora per Pienza e poi ci riposiamo sui divanetti del chiostro del XV secolo del nostro hotel, un’esperienza fantastica!

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Cappella di Vitaleta | © Valerio Uberti
Relais Il Chiostro di Pienza

Giorno 2: da Monticchiello a Radicofani lungo la strada dei cipressi

Mattina – il risveglio e la colazione nel Relais Il Chiostro di Pienza sono dei momenti impagabili del nostro weekend in Val d’Orcia! Decidiamo, quindi, di dedicarci un’ultima ora di relax nella fantastica piscina dell’hotel. Poi, partiamo per esplorare zone del tutto nuove e ci dirigiamo verso Monticchiello. Si tratta di un paese molto caratteristico, tutto in pietra gialla e arroccato su una collina. Da qui la vista è spettacolare (ma dove non lo è in Val d’Orcia?). Ci fermiamo così per un caffè a La Guardiola nella sua splendida terrazza. Poi, ci rimettiamo in moto e percorriamo la Strada dei Cipressi (SP 88) che ci conduce su per la collina lungo un continuum di curve e cipressi.

Pranzo – ci spostiamo verso sud per raggiungere Radicofani, la cui fortezza è visibile da tutte le colline senesi. Una volta arrivati, ci fermiamo a mangiare al Ristornate La Grotta dove mi gusto degli eccezionali pici ubriachi al sugo di chianina. Le porzioni sono da camionisti, ma i piatti sono così buoni che non è di certo un problema finirli tutti e fare pure la scarpetta!

Pomeriggio – prima di ripartire ci perdiamo tra le strade del borgo tutto in pietra. Anche da qui la vista sulle colline senesi, un po gialle e un po verdi, è spettacolare. Radicofani si trova proprio sullapice di una collina solitaria nella valle. E’ forse uno dei paesi più belli della zona e sicuramente è una tappa imperdibile per un weekend in Val d’Orcia.

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Val d’Orcia | © Valerio Uberti

Considerazioni

  1. I pici sono sempre una garanzia!
  2. La Val d’Orcia è un territorio tanto bello quanto fragile, come ci insegna la storia dei Bagni di San Filippo. Impegnamoci a tutelarlo!
  3. Anche in una situazione di pandemia mondiale, i turisti a Pienza sono molti e prenotare con anticipo è fondamentale.
  4. Non c’è bisogno di andare all’estero per cercare luoghi particolari, spesso li abbiamo già in Italia! L’abbazia di Sant’Antimo ne è testimonianza.
  5. Colline e cipressi danno vita a un paesaggio che non stanca mai.

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