Trentino: tre giorni in Val di Non
Regali ben accetti: fuga di tre giorni in Val di Non
I regali più azzeccati sono quelli che arrivano al momento giusto. Nel nostro caso si è trattato di una Smartbox capitata in un anno di magra in fatto di viaggi. Siamo così riusciti a prendere una boccata d’aria con tre giorni in Val di Non durante l’ennesimo, torrido agosto.
Ne approfitto anche per spezzare una lancia in favore delle Smartbox: alcuni amici titubanti ci hanno chiesto se sono delle fregature o se ne vale la pena. Essendo noti viaggiatori capita spesso che ce ne regalino e devo dire che sono sempre ben accette (anche se a volte ci è capitato di faticare a trovare un buon momento per utilizzarle) e sopratutto ci siamo sempre trovati molto bene! Un esempio ne sono il nostro viaggetto in Umbria, avvenuto molto prima che iniziassi a raccontare qui le nostre avventure, ma anche il nostro inaspettato weekend nelle Langhe e varie puntate alla scoperta della Val d’Orcia.
Altra premessa di questa fuga in montagna, memori del caldo patito in Valchiavenna quando eravamo alla ricerca del fresco, non ci aspettavamo temperature poi così miti e infatti anche in questi tre giorni in Val di Non non è mancato il caldo (però si dormiva freschi!).
Giorno 1: alla scoperta di Cles e dintorni
Mattina – raggiungiamo la Val di Non, la parte alta del Trentino, verso l’ora di pranzo. Per orientarci, per chi come me non ha dimistichezza con queste zone, ci troviamo appena sotto Bolzano. Non è un caso che ci fermiamo proprio qui a Dermulo: l’idea è di recuperare qualcosa da mangiare e rilassarci sulle sponde del lago di Santa Giustina. A Dermulo infatti ci imbattiamo nell’Isola dei Sapori, un grande punto ristoro e non solo. Per poco più di 10€ ci accaparriamo dei panini giganti farciti con speck, formaggio e cetriolini e tutti soddisfatti possiamo stenderci a pancia piena sull’erba di Le Plaze, un parco ad accesso libero dotato di bar e altri servizi.
Pomeriggio – costeggiamo tutto il lago di Santa Giustina verso nord e raggiungiamo la località di Tret, dove si trova il nostro Albergo Aurora. Sono contentissima perché l’albergo si presenta nel tipico stile trentino, con balconcini in legno e fiorellini colorati a decorarlo tutt’intorno. Ci accoglie una signora molto pratica e cortese e dopo aver preso possesso della nostra camera con affaccio sul verde cominciamo ad esplorare i dintorni. Da Tret partono tanti percorsi, molti dei quali sono delle brevi passeggiate alla portata di tutti. Noi ne approfittiamo per visitare la vicina cascata, prima raggiungendo la parte alta che si trova a dieci minuti dall’albergo e poi dirigendoci verso la parte bassa a una ventina di minuti di distanza.
Sera – arriva il momento che tanto aspettavamo: assaggiare la cucina del luogo da una signora di cui avevamo letto su Internet. Ci incamminiamo verso San Felice e dopo una ventina di minuti raggiungiamo questa famosa locanda gestita da una signora e la sua famiglia. Parlano poco l’italiano e sembrano tutti capitati lì per caso. Anche i piatti sono quelli che capitano: non c’è un menù e vengono elencati a voce in base alla disposizione del giorno. Noi siamo fortunati perché riusciamo ad ordinare tutto quello che volevamo provare: canederli, spatzle e un tagliere di salumi, affettati e tortelli. Nemmeno a dirlo, tutto eccellente!
Giorno 2: trekking al lago di Tovel
Mattina – essendo l’unica giornata piena che passiamo qui, sarà anche la più intensa dei nostri tre giorni in Val di Non. Intensa soprattutto per via del trekking che decidiamo di fare al lago di Tovel. Si tratta di un lago in un’area protetta all’interno del parco naturale Adamello Brenta, l’ingresso infatti è contingentato e monitorato attraverso il parcheggio che costa 18€ (almeno nella settimana di ferragosto). Arriviamo verso le 10 e ci incamminiamo subito per il percorso che abbiamo scelto, abbandonando molto presto la riva del lago. Sul sentiero sembra non ci sia nessuno e anche quando arriviamo in cima incontriamo pochissime persone. Le due malghe sono in ristrutturazione e pranziamo con i panini speck e formaggio che abbiamo recuperato all’Isola dei Sapori di passaggio per raggiungere il lago. Una volta ridiscesi, possiamo finalmente goderci questo laghetto turchese tipico del Trentino. L’acqua è fredda e ne approfittiamo per rinfrescarci le gambe affaticate!
Pomeriggio – approfittiamo del pomeriggio per visitare Cles, il capoluogo della Val di Non. Rimaniamo però delusi quando scopriamo che si tratta di un centro proprio piccolo e soprattutto poco tipico. Nel cercare una gelateria sulle mappe, infatti, mi viene da ridere al commento “gelateria buona e fuori dal chiasso del centro”! Noi ci fermiamo da Gelateria Artigianale Goloserie Sweet Celebration che promette di essere la gelateria più buona del 2024 e anche se non è lontana dal “chiasso del centro” non ci delude!
Sera – altra sera, altra cena! Sono curiosa di vedere cosa ci aspetta questa volta, ma ahimè, il menù si rivela identico alla sera prima: canederli, uova con speck e tortelli (dolci questa volta). Anche se ripetitivo, è tutto molto buono e soprattutto questa cena ci fa scoprire qualcosa di nuovo sul luogo. Siamo all’Agriturismo Reinhof, sempre a San Felice. Anche stavolta parlano molto poco l’italiano, persino la ragazzina che ci serve. Sulla strada, però, abbiamo fatto caso ai cartelli che ci davano il benvenuto a San Felice in Alto Adige mentre lasciavamo, a pochissima distanza, il comune di Tret in Trentino. Ci siamo quindi informati e abbiamo scoperto che in Alto Adige, soprattutto nelle zone rurali, l’italiano è veramente poco parlato. Assurdo pensare che un confine cambi così tanto la lingua parlata tra due comuni che distano appena venti minuti a piedi!
Giorno 3: tappa sul Lago di Garda
Mattina – decidiamo di approfittare dell’ultimo dei tre giorni in Val di Non per godere anche di un po’ di lago e così, dopo un’ultima puntata all’Isola dei Sapori per fare incetta di speck e tisane da riportare a casa, ci fermiamo a Toscolano Maderno, una località sulla sponda bresciana che avevamo adocchiato all’andata. Siamo fortunati perché nonostante sia la settimana più affollata dell’anno troviamo posto all’ombra lungo le sponde erbose del lago. Ci rinfreschiamo dalla grassa cucina trentina con un’insalata al Ristornate La Foce che, nonostante il caldo, ci delizia con una meravigliosa vista lago, dopodiché siamo pronti per rientrare alla base in attesa di nuove avventure.
Considerazioni
- Andrò controcorrente, ma questa seconda puntata in Trentino Alto Adige (la prima era stata oltre dieci anni fa) ha confermato la mia intuizione: non è una regione che mi entusiasma. Bella è innegabilmente bella e la trovo ricca di storia, poi questi luoghi crocevia di diverse culture mi stuzzicano parecchio. Però tra tutte le regioni del nord Italia è forse quella verso cui mi sento meno incline. Alle verdi montagne del Trentino Alto Adige preferisco i boschi colorati del Piemonte e i paesaggi drammatici della Lombardia. Forse la cosa che più mi lascia perplessa è che tra le vie dei borghi si respira un’aria fin troppo quieta e non sono ancora riuscita a carpire un’atmosfera coinvolgente.
- Lo stesso discorso vale per la cucina. E’ vero che la cucina montana è poco varia ovunque vai, ma canederli e tortelli mi stancano più in fretta di polenta e pizzoccheri. Questi soli tre giorni in Val di Non ne sono la conferma.
- Non ho altre considerazioni da fare, dunque aspetto una terza puntata per essere smentita! Mi manca ancora tutta la parte orientale che, probabilmente a ragion veduta, è anche quella più famosa e la Val Venosta che grazie a un po’ di film e letteratura mi sta intrigando molto come prossima probabile meta!